La Pietra si è sempre modificata, come tutte le montagne.
L'ambiente che circonda la Pietra di Bismantova si è profondamente modificato nell'ultimo secolo, tanto che la Pietra di un tempo potrebbe essere quasi irriconoscibile ai nostri occhi.
Certo, la sagoma è rimasta immutata ma la vegetazione che ricopre il pianoro e quella che inesorabilmente azzanna le sue pendici è notevolmente aumentata.
C'è chi imputa alla vegetazione, sempre più selvaggia e non mantenuta, anche il fatto che la roccia diventi via via più instabile a causa delle radici che si insinuano nel terreno.
Aver tolto spazio all'agricoltura e alle attività umane per fare della Pietra un monumento naturale "lasciato a sé stesso" è criticato da molti ma non dall'Ente Parco che, a torto o a ragione, propende per la scelta di lasciare alla natura di fare il suo corso.
Questo implica che la vegetazione si faccia sempre più alta e più invadente, coprendo parte del massiccio.
Vedere foto della pietra di inizio '900 e vedere quelle di oggi lasciano un senso di smarrimento.
Il racconto di Elda Zannini su come era vissuta la pietra nel secolo scorso, ci riporta a tempi in cui vi era un muto rispetto tra uomo e Natura.
Dobbiamo pur sempre ricordare che le attività antropiche, sia sul pianoro che alla base della rupe, sono sempre esistite, negli ultimi secoli.
Da un certo punto di vista, quindi, la Pietra è diventata più naturale, dall'altro è diventata anche più disordinata e meno fruibile.
Del resto la vegetazione che circonda la pietra è data soprattutto da alberi di nocciolo che, negli inverni nevosi, tendono a curvarsi e a spezzarsi.
Per questo motivo anche la manutenzione di sentieri e carraie che conducono al pianoro deve essere effettuata annualmente, pena la quasi impraticabilità degli stessi.
Se il pianoro, un tempo, era una lunga distesa di prati, oggi è sempre più affollato di alberi cresciti in ogni insenatura della roccia, persino le pareti verticali della rupe sono state colonizzate da cespugli sempre più invadenti.
La Pietra di un tempo non la rivedremo più, ma in molti sperano che vi possa essere una manutenzione più accurata anche se, bisogna dirlo, pur rientrando all'interno del Parco Nazionale, i terreni alle pendici sono di proprietà privata.