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L'etimologia di Bismantova è incerta, ci sono molte ipotesi sull'origine del nome ma nessuna reale certezza su quale sia l'origine del toponimo.
La Pietra di Bismantova sotto il cielo stellato

Ci sono località, e Bismantova è una di quelle, che già nel loro nome conservano una sorta di mistero.

L'etimologia di molti toponimi può essere molto complessa e talvolta sfuggente, e non sempre è possibile trovare una spiegazione definitiva.

L'origine dei nomi può essere influenzata da molteplici fattori, tra cui la storia, la cultura, le lingue antiche e le influenze linguistiche nel corso dei secoli. Pertanto, sebbene ci siano alcune teorie sul significato del nome Bismantova, la sua etimologia precisa potrebbe rimanere oggetto di discussione e incertezza. 

La località di Bismantova, situata sull'Appennino reggiano, prende il nome dalla sua caratteristica principale: la rocca di Bismantova.

L'etimologia del termine "Bismantova" non è del tutto chiara, ma ci sono alcune teorie sulla sua origine, vediamo quali:

  1. Una delle spiegazioni più accettate è che il nome Bismantova derivi dalla parola "bismano" o "bismanno", che in dialetto locale significa "due mani" o "le due mani". Questo nome è probabilmente riferito alla forma della antica rocca, che doveva sembrare una mano aperta con il pollice sollevato. Questa interpretazione è supportata dal fatto che il termine "Bismantova" sia documentato già a partire dal XII secolo.
  2. Un'altra teoria suggerisce che il nome possa derivare dal termine "vismanda", che in lingua longobarda significa "casa fortificata". Questa spiegazione potrebbe indicare che la rocca di Bismantova era un'antica fortificazione longobarda o un luogo di difesa.
  3. Alcuni studiosi hanno suggerito che il nome possa derivare da una parola di origine celtica o pre-celtica, ma non ci sono prove concrete per supportare questa ipotesi. In questo caso per spiegare l'origine del nome si dovrebbe fare ricorso ad uno dei più popolari atti rituali dei Druidi, i sacerdoti dei Celti, in genere in inverno, si recavano nei querceti della zona e con un falcetto d'oro tagliavano il vischio (vis)  nelle notti di luna (men) crescente. Secondo questa ipotesi, quindi, il toponimo di Bismantova deriverebbe dalle tre parole vis+men+tua, poi unitesi in Vismantua e poi trasformatesi in Bismantua.
    Simbolicamente, il vischio era considerato un ponte tra il cielo e la terra, un simbolo di guarigione, fertilità, abbondanza e connessione spirituale. Era associato al ciclo della vita, poiché cresceva sugli alberi senza mai toccare il suolo. Inoltre, il vischio era considerato un simbolo di pace e veniva spesso usato per sigillare alleanze tra tribù o per risolvere conflitti.
    La raccolta del vischio rappresentava quindi un momento di grande importanza per i Celti, un atto rituale che univa la sfera spirituale e quella terrena, celebrando la connessione con la natura, gli dei e gli antenati.
  4. Altra ipotesi fa derivare il none dall'etrusco. Si parla sempre di una unione di più parole che identificano oggetti diversi, come ad esempio mantae ("man" = pietra scolpita, monumento e "tae" = ara, altare) e "bis" trasformazione di "his" = raffigurazione. Secondo questa ipostesi del Bertani, il nome Bismantova starebbe quindi ad indicare la forma della montagna che assomiglia in tutto e per tutto ad un altare naturale.
  5. Con l'avvicendarsi delle popolazioni sul territorio (e con i loro relativi idiomi) cambiano anche le ipotesi sull'etimologia. Un'altra soluzione dell'enigma, elaborata da Cavalieri e Milani, farebbe risalire il nome al latino volgare "suismontium", vale a dire "monte del suino". Questo poco onorevole nome sarebbe stato affibiato dai Romani alla montagna tenuta dai loro nemici Liguri, un po' per scherno e un po' perchè La Pietra di Bismantova, da alcune angolazioni, richiama la sagoma di un suino (o più propriamente di un cinghiale). Ecco un link di approfondimento a questa teoria:
    https://www.redacon.it/2014/10/16/il-nome-bismantovaprima-insulto-poi-status-symbol/
  6. Altra possibilità: "vis montium", vale a dire "forza della montagna".
  7. Penultima ipotesi è quella sull'origine bizantina del nome. I Bizantini sopra la Pietra di Bismantova avevano una loro roccaforte "oysambaton", ovvero "difficile da salire", con la quale si difendevano dai Longobardi. Tale termine sarebbe stato poi modificato dalla popolazione in "Bismantova".
  8. Ultima ipotesi è quella che, per ovvia assonanza, richiama la città di Mantova. Bismantova avrebbe quindi assunto questo nome a causa della sua posizione geografica mediana tra due importanti città dell'epoca dei Canossa: Mantova e Lucca.

L'interpretazione rinvenibile su un testo dei Padri Benedettini

Donde deriva l'attuale appellativo di "Bismantova"?

In una nota al famoso verso dantesco: "Montasi su Bismantova in cacume" il Tommaseo, per spiegare l'origine del nome afferma: "...detta così, perché a vederla dalla pianura, rende qualche somiglianza della città di Mantova, che ha di faccia, oltrepò". Affermazione falsa, perché l'etimologia di questo nome, non ha nulla da spartire con Mantova.

Secondo l'ipotesi di alcuni studiosi si potrebbe far risalire all'appellativo "Suismontium" con cui lo storico Tito Livio, nel 39° libro della sua storia di Roma "ab urbe condita" sembra denominare questa zona.

Il Medio Evo usò il termine "Bismantum" che compare gia in documenti bizantini, e si conserva nell'uso comune fino al 1500, come ce ne fa fede il Guicciardini. Anzi il Tassoni, l'autore della "Secchia rapita" nel 1600 alza la sua protesta con vivacità in una lettera all'amico Barisoni, contro queste libertà poetiche di Dante e dice espressamente a proposito dell'appellativo di Bismantova: "Dante chiama anche delle altre cose a suo modo; ma noi diciamo Bismanta, lasciamo a Dante li capricci sui".

Qualche critico avanza timidamente l'ipotesi, che il Poeta sia stato indotto ad ampliare il nome "Bismanta" per analogia a quanto narra nel XX canto dell'Inferno. L'indovina Manto, venuta dall'oriente, morì alle foci del Mincio; sulla sua tomba sorse una città, che dal nome della indovina si disse Mantova: "Mantova l'appellar senz'altra sorte", (Inf. XX, 93).

Così nel caso della Pietra, Dante trovò il nome "Bismantu(m)" che compare già in documenti bizantini, pronunciato popolarmente anche "Bismanto" ed egli con quella libertà che gli era propria, lo ampliò in "Bismantova" "senz'altra sorte".