Nel canto IV del Purgatorio, Dante ha una famosa terzina, in cui fa espressa menzione di Bismantova:
"Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su Bismantova in cacume, con esso i pie'; ma qui convien ch'uom voli."
(Purg. IV, 25-27)
Queste tre località, San Leo nell'urbinate, piccola città e fortilizio sopra una rupe a picco; Noli, nella riviera occidentale di Genova, sovrastata da massi rocciosi; e Bismantova che presenta una parete a picco di circa 100 m. di altezza, sono erte e scoscese e offrono non piccola difficoltà a coloro che vogliono salirvi; però, dice Dante, non come la strapiombante montagna del Purgatorio, in quella parte dove stava salendo: li sono necessarie le ali!
Difatti è costretto ad arrampicarsi come un vero rocciatore, che sale "in libera" poiché
"e piedi e man voleva il suol di sotto".(Purg. IV, 34)
Da questi versi molti critici hanno arguito che Dante abbia avuto esperienza diretta della Pietra: egli vi è passato e vi è salito.
Difatti nel 1306, nel suo pellegrinaggio di esule in cerca di un rifugio, si recò da Verona dove era ospite degli Scaligeri, presso i Malaspina, signori della Lunigiana. Quivi egli trovò una ospitalità così generosa e cortese, da dettargli quelle nobili ed entusiastiche espressioni verso quella famiglia, nell'incontro con Corrado Malaspina il giovane:
"La fama che la vostra casa onora. grida i signori e grida la contrada. si che ne sa chi non vi fu ancora.
(Purg. VIII,124-126)
Andando dunque in Lunigiana, presso Francesco Malaspina, egli percorse la strada del Cerreto, dalla quale poté contemplare la severa e imponente mole della Pietra nella sua singolarità selvaggia nel paesaggio appenninico.
Molto probabilmente egli sali anche sulla cima della Pietra, e ha provato quella faticosa salita, che nel Purgatorio mostra di conoscere tanto bene. Questi versi, a me pare, dimostrano una conoscenza diretta della difficile salita al "cacume" della Pietra di Bismantova, e non una semplice nozione geografica. Sul pianoro della Pietra Dante ha potuto anche ammirare il castello dei Dallo, feudatari di Bismantova..
Ma alcuni critici sostengono che la mole imponente della Pietra, ha stimolato più profondamente e più ampiamente la fantasia di Dante, suggerendogli vari elementi dell'architettura della sacra Montagna del Purgatorio.
Accenniamo brevemente solo ad alcuni di tali elementi, che troviamo soprattutto nei primi canti.
La Montagna del Purgatorio si "dislaga" altissima dall'oceano; la Pietra, a chi vi giunge dalla strada sottostante, dà l'impressione di emergere quasi improvvisa dal suolo. La struttura della Pietra, specialmente verso est, è caratterizzata da grossi massi che sembrano quasi consolidarne la base; nell'Antepurgatorio, Dante ha segnato il paesaggio dell'alta Montagna, con grossi macigni, all'ombra dei quali incontra alcune anime (Belacqua, Sordello....).
Il pianoro che si apre sulla sommità della Pietra, così verde e fiorito specialmente in primavera, ricorda la valletta fiorita dei principi (cfr. Purg. VIII); ma soprattutto richiama l'incantevole paesaggio del paradiso terrestre, che corona e rallegra la cima dell'aspra montagna del Purgatorio. (cfr. Purg. XXVIII)
Sembra quindi che Dante non abbia visto soltanto di passaggio la Pietra, ma vi sia salito e l'abbia contemplata con occhio di artista, ricevendone nella fantasia un forte stimolo per la struttura architettonica del suo Purgatorio.
Anche il logo di questo sito ha voluto artisticamente unire il profilo di Dante a quello della Pietra.