Sulla sommità della Pietra, dove si apre un vasto pianoro, vi era anticamente un castello.
Ora non ne rimane più alcuna traccia; e se non vi fossero alcuni documenti storici che ricordano talune sue gloriose e tragiche vicende, noi ne ignoreremmo anche l'esistenza.
Tale castello, ben fortificato con mura e torri, sorgeva presso il margine orientale della piattaforma della Pietra, dominando un ampio tratto di territorio. Certo attraverso i secoli fu spesso ricostruito e adattato alle sempre nuove esigenze dell'arte militare.
1 Bizantini di Ravenna lo sfruttarono quale punto strategico e forte baluardo, per controllare i movimenti dei barbari. A tale scopo se ne servirono anche i signori di Canossa; e soprattutto i Dallo, che ne fecero il centro di resistenza nelle loro imprese belliche, riedificando varie volte il castello di- strutto dalla furia delle lotte feudali; furono costretti poi ad abbandonarlo definitivamente nel 1289.
La presenza di un castello è testimoniata ancora nel 1562, da un'ordinanza del governatore estense di Reggio, che fa divieto di ascendere sulla vetta della Pietra per una via clandestina, e ordina di seguire la via legittima, che passa sotto la porta del castello.
Un cronista reggiano ci fornisce una interessante descrizione dello stato del castello, quando egli sali a visitarlo nel 1602. Ecco quanto egli allora ha potuto constatare con i suoi occhi: un edificio a forma di torrazzo, con una porta d'ingresso tutta rivestita di lamine di ferro; un forno e una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana; al limite poi del pianoro sorgevano degli stanzoni, che probabilmente fungevano da caserma per i soldati di guardia; al centro poi del pianoro stesso i ruderi di un vecchio edificio, ormai demolito dal tempo.
In conclusione nel 1602 il cronista reggiano, Rubini, quando è salito sulla Pietra ha potuto ancora ammirare degli edifici disabitati e abbandonati, che parlavano però ancora di un passato di forza e violenza. Tutto questo complesso monumentale di edifici, costruiti con laboriosa arte d'ingegneria in un luogo tanto impervio, è scomparso inghiottito dal tempo, senza lasciare alcuna traccia di sé.
Quali le cause? Le ignoriamo. Certo non fu solo opera della mano dell'uomo: nessun vandalo avrebbe potuto annientare così radicalmente la testimonianza di un vigoroso passato! Per ora alcuni studiosi avanzano un'ipotesi, che sembra ragionevole e accettabile: forse dicono, in seguito ad un forte terremoto, tutta quella parte della roccia, dove era collocato il castello, è crollata, trascinando nella rovina tutto quello che restava dell'antico edificio. Difatti oggi, guardando verso est dov'era il castello, si scorge ai piedi della Pietra, un ampio e lungo fiume di detriti, in direzione di Fontana Cornia e di Casale. E forse li che si devono cercare i resti dell'antico castello?
A Castelnuovo, come abbiamo precedentemente accennato, sorgeva un altro castello, costruito dai signori di Canossa. Nel 1111, la Contessa Matilde lo donò al Monastero benedettino di Canossa, con tutti i beni annessi; i documenti del tempo infatti parlano di "Castrum novum Domini Abbatis de Canossa".
Nel 1336, per ordine del podestà di Reggio, venne demolito, perché era diventato un rifugio dei nemici del Comune di Reggio. Ora rimane solo un rudere e il nome al colle su cui sorgeva.
Oggi Castelnuovo è un importante centro della montagna, che unisce la pianura padana al litorale tirrenico, attraverso il Passo del Cerreto.
Il paese è posto tra il Secchia e l' Enza, a 45 Km. da Reggio, a 700 m. sul mare, in bella posizione salubre, alle pendi- ci di tre colli, coperti di folti boschi di conifere.
Oggi è divenuto centro turistico molto frequentato, anche per l'attrattiva della vicina Pietra di Bismantova e del suo Santuario.
La Pieve di Bismantova
Il castello della Pietra, come tanti altri castelli del Medioevo includeva nella cerchia delle sue mura anche una chiesa che doveva servire alle necessità religiose del feudatario e del popolo che da lui dipendeva, e per questo era detta la Pieve.
Si saliva a questa chiesa per la stessa via che conduceva al castello, cioè dal versante nord, dove anche attualmente si conserva una via di transito. Gli storici affermano che tale chiesetta doveva essere molto antica. Certo la sua costruzione risale all'alto Medioevo quando furono qui dislocate delle truppe per controllare tutta la zona. Cosi insieme alle fortificazioni militari e accanto ad esse, sorse anche la chiesetta, che la mentalità religiosa del tempo richiedeva.
I primi documenti storici però, che direttamente la menzionano, risalgono al secolo IX circa. Essi ci parlano di un culto particolarmente sentito verso la Vergine, onorata con grande concorso di popolo, specialmente nelle solennità dell'Assunta e della Natività.
Il Vescovo di Reggio vi saliva regolarmente per la visita pastorale per controllare periodicamente la comunità cristiana locale; e questo fatto dice che la Pieve di Bismantova aveva una certa importanza nel quadro religioso della diocesi. Siccome religione e politica allora spesso si intrecciavano, non è da escludere che la presenza di potenti feudatari abbia dato maggior rilievo e forza anche alla chiesa locale.
Difatti quando i feudatari di Bismantova, i Dallo, nel secolo XIII, lasciarono il castello della Pietra e costruirono a Campiola una nuova pieve, l'antica pieve della Pietra rapidamente decadde. Il flusso dei fedeli si era fatto sempre più difficile per le continue lotte, che rendevano malsicuro l'accesso; quindi si preferì la nuova chiesetta di Campiola. E così la primitiva Pieve della Pietra, seguì le sorti del castello e scomparve con esso.
Nel secolo XVII si eresse la Pieve di Castelnuovo, dedicata anch'essa alla Madonna Assunta, festa patronale del capoluogo.
L'oratorio primitivo del castello di Castelnuovo, che, come abbiamo prima accennato, fu demolito nel 1336 dal podestà di Reggio perché rifugio dei nemici del Comune, era dedicato a S. Pancrazio; anch'esso è scomparso, lasciando solo il ricordo del quadro del martire nell'antica Pieve di Castelnuovo.