Il maestoso torrione della Pietra di Bismantova è stato costruito dalla natura, molti millenni prima che comparisse l'uomo sulla terra ma poi, sopra ed intorno ad esso, si sono insediati popoli di varia origine.
Come abbia preso quella forma imponente e minacciosa e tanto singolare nell'appennino reggiano, non sappiamo con precisa certezza; gli studiosi però avanzano varie ipotesi, alle quali accenneremo brevemente in seguito.
Certo l'uomo dell'età della pietra ha conosciuto questi luoghi e se n'è servito come di rozze ed imponenti abitazioni, che la natura stessa gli offriva per sua protezione. In queste grotte naturali l'uomo primitivo ha trovato sicura difesa dall'asprezza del clima, dall'attacco degli animali e dei nemici.
Da antichissimi tempi, la Pietra è stata sfruttata dall'uomo come naturale ed invitante fortezza, dove egli poteva sentirsi più protetto e sicuro.
Soprattutto il pianoro sovrastante, che corona la montagna, si presta molto bene come luogo di difesa perché, posto a 1047 metri di altezza, è circondato da ogni parte da pareti verticali, quasi possenti mura di un maestoso castello.
E infatti attraverso i secoli, specialmente nei momenti di più aspre e fiere contese, l'uomo vi ha costruito delle fortezze, sfruttando per sua difesa la natura impervia del luogo.
Primi abitatori di queste zone, sono stati i Liguri. Popolazione dedita soprattutto alla pastorizia, essa si spinse con il suo bestiame dalla nativa Liguria, in queste fertili terre.
Ai Liguri si uniscono più tardi gli Etruschi, popolo di origine misteriosa. Esso incalzato da altre popolazioni, lascia le sue regioni orientali, e, probabilmente via mare, approda in Italia.
Nella penisola fonda una solida federazione di città, che contrastano a lungo l'espansione di Roma. Gli Etruschi hanno raggiunto un alto grado di civiltà, documentato dai numerosi reperti archeologici, rinvenuti in una "terramara" situata al centro della piattaforma della Pietra.
Al lato est furono scoperti anche dei sepolcri etruschi, con la loro caratteristica suppellettile funeraria, ora esposta al Museo Spallanzani di Reggio Emilia, stiamo parlando del sito archeologico di Campo Pianelli.
Liguri ed Etruschi furono poi incalzati e respinti dalle varie ondate di Galli che, dalla natia Gallia, si erano diffusi in tutta la pianura padana e da qui avevano fatto una puntata su Roma con Brenno.
Roma passò al contrattacco, e dopo numerosi scontri prolungatisi per vari decenni, finalmente nel 256 a. C. riusci ad imporre la legge e l'ordinamento romano. Tito Livio con i suoi annali "ab urbe condita" ci narra le lotte sostenute dalle legioni di Roma in queste zone.
Etruschi e Liguri allora si unirono per far fronte comune contro l'avanzata romana. La Garfagnana e la Lunigiana divennero il centro della resistenza contro Roma. In un secondo tempo, per sfruttare le naturali difese del luogo, queste popolazioni si spostarono più all'interno dell'appennino reggiano, facendo della Pietra di Bismantova il fulcro della loro resistenza. E così con alterne vicende riuscirono a contrastare il passo a Roma per quasi un secolo.
Ma quando la potenza di Roma si fu bene affermata, attraverso la costruzione di comode strade, che permettevano il rapido affluire di rinforzi, e per mezzo di coloni, che stabilivano sul posto popolazioni romane, i Liguri furono accerchiati ed assorbiti da Roma.
Questa epica lotta si concludeva con le ultime campagne condotte dal console M. Emilio Lepido, il costruttore della Via Emilia, e dal suo collega Quinto Petilio, verso l'anno 176 a. C..
Tito Livio parla anche di una località "Suismontium", dove sarebbero avvenuti degli scontri tra Liguri e Romani. Secondo taluni storici tale nome indicherebbe l'attuale Pietra di Bismantova.
Di questa singolare montagna, i Romani ne fecero un centro fortificato, per controllare tutta la zona; e vi costruirono un castello, sede permanente di un distaccamento di legionari, che dall'alto facevano buona guardia su tutta la vasta regione circostante.
Reperti archeologici, venuti alla luce nel 1865, confermano la presenza di una fortificazione romana sul pianoro della Pietra.
Nel periodo delle invasioni barbariche, quando la situazione militare non fu più controllabile dalle legioni di Roma, la zona di Bismantova divenne un rifugio naturale per le popolazioni della pianura che volevano sottrarsi alla furia degli invasori.
E cosi dal secolo V al VII si lasciarono le città, specialmente quelle poste sulle vie battute dagli invasori, per trovare scampo in montagna. La Pietra di Bismantova, divenne allora sicuro rifugio contro la violenza dei barbari.
Durante la dominazione dei Longobardi, i Bizantini, che avevano il loro caposaldo a Ravenna, si servirono della Pietra, come di un sicuro baluardo contro l'invadenza longobarda. In una sua cronaca del sec. VII, Giorgio da Cipro, fa chiara menzione di un "Kastron Bisimanto". Questo appellativo compare qui per la prima volta, per designare la Pietra di Bismantova; nei documenti posteriori comparirà con sempre maggiore frequenza.
Bismantova nell'epoca feudale e moderna
Nel periodo carolingio, con il Sacro Romano Impero, anche la Montagna reggiana assume un assetto politico che durerà per vari secoli. Ecco in breve le vicende principali:
Anno 781: Carlo Magno annette Bismantova al Contado di Parma. Sorge allora sulla sommità della Pietra lato est, un castello a difesa del diritto di Parma sul suo "gastaldato" di Bismantova.
Anno 962: Bismantova viene sottratta al Contado di Parma e passa sotto la giurisdizione feudale del Contado di Reggio, da cui dipenderà per vari secoli. È in quest'anno che Ottone I assegna ad Azzo, marchese di Canossa, l'investitura di Bismantova insieme al territorio limitrofo, che aveva al suo centro quella piccola borgata che divenne poi Castelnuovo, quando vi fu costruito un altro castello in contrapposizione a quello situato sulla Pietra.
Anno 1062: I feudatari di Canossa nel 1062 dovettero costruire un nuovo castello giù nella borgata, detta poi Castelnuovo, perché i feudatari Dallo, provenienti dalla Garfagnana, si erano impossessati del Castello della Pietra. In tal modo i Dallo si erano annessi il feudo di Bismantova e i suoi territori, che si estendevano a mezzogiorno del Secchia, mentre i Signori di Canossa avevano conservato i loro diritti sopra il borgo di Castelnuovo e i paesi ad occidente di esso; ognuno controllava il proprio feudo dai rispettivi castelli.
Anno 1111: Matilde di Canossa concede in donazione perpetua il feudo di Castelnuovo al monastero benedettino posto sulla rocca di Canossa, che per lungo tempo ne conservò il diritto.
Anno 1199: Guido Lambertini, podestà di Reggio, durante la cosiddetta "guerra della scopa" espugnò il castello dei Dallo, posto sulla Pietra, per conto del Comune di Reggio, perché Bismantova dipendeva politicamente da questo. Una lapide a Porta S. Croce, a Reggio E., dove si legge "Bismantum capit" ricorda il memorabile fatto, a lode del podestà G. Lambertini..
Anno 1267: in uno scontro armato con il Conte della Palude, presso Bismantova, le milizie del Comune di Reggio E. sconfissero le truppe del Conte, costringendolo a ritirarsi e a lasciar libero il territorio.
Anno 1278: per una seconda volta il Comune di Reggio E. occupa il castello di Bismantova per far cessare le violenze dei nobili Dallo, contro le popolazioni locali.
Anno 1289: i Dallo, feudatari di Bismantova, abbandonano il castello della Pietra, per ritirarsi nell'altro castello di loro proprietà a Vologno, sempre nel territorio del loro feudo, sul quale conservavano tutti i diritti di feudalità.
Anno 1409: Nicolò III, duca di Modena e Reggio, con abile azione diplomatica, estende il suo dominio alla Montagna, dando inizio alla signoria di Casa d'Este, che durerà fino al 1859. La famiglia Dallo, nel 1602 cedette Castelnuovo alla Camera ducale di Modena e Reggio, dopo più di un secolo di dominio feudale. Durante la prima metà del '500, la Montagna reggiana conobbe ancora momenti drammatici ad opera del celebre avventuriero Domenico dei Bretti.
Anno 1602: il Duca di Modena concede l'investitura del feudo di Bismantova ad Ernesto Bevilacqua, suo ministro, proveniente da Verona e da tempo al servizio degli Estensi. Nel 1651 alla famiglia Bevilacqua, succede la famiglia Malvasia. Nel 1664 poi la Camera ducale di Modena riprende, sotto forma di podesteria il feudo, che comprendeva alcune borgate, tra cui Vologno e Bondolo. Nel 1719 poi il feudo passa alla famiglia Lucchesini.
La storia di Bismantova poi procede di pari passo con quella del Ducato di Modena. Napoleone porta una ventata di libertà, accolta con favore anche nella nostra Montagna; e quando nel 1815, con la restaurazione, torneranno gli Estensi, non saranno accolti con favore; e molti, tra i quali Antonio Peretti e Carlo Franceschini, si consacreranno alla causa dell'unità nazionale.
Nel 1859 poi, gli Estensi lasciano definitivamente Castelnuovo, che entra a far parte del Regno d'Italia.